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Aggiunto da il 2013-07-04

Sopra le ultime notizie dei “pazienti di Boston” iniziano al minuto 14.04 del filmato tratto dalla conferenza dell’International Aids Society tenutasi ieri mattina a Kuala Lampur in Malesia(la traduzione in italiano è disponibile nei sottotitoli).

Ma i medici sono cauti: “Non possiamo dire se lo saranno per sempre”

Kuala Lampur Malesia, Mercoledì 3 luglio 2013 – Due pazienti affetti dall’Hiv risultano guariti dal virus dopo essersi sottoposti ad un trapianto di midollo osseo e aver interrotto l’assunzione di farmaci antiretrovirali. Entrambi convivevano ormai da 30 con l’HIV, ed erano inoltre malati di linfoma, perciò avevano bisogno di un trapianto di midollo osseo. A seguito di un’analisi del sangue si è scoperto che uno dei due pazienti non era più affetto da HIV già da quattro anni, e l’altro invece da due.
Diversi mesi fa i medici avevano sospeso ai due le medicine contro l’HIV, e non sembra che la malattia stia ricomparendo.
La scoperta è stata annunciata dal dottor Timothy Henrich del Brigham and Women’s Hospital di Boston, durante la conferenza dell’International Aids Society tenutasi ieri mattina a Kuala Lampur in Malesia. I pazienti (già ribattezzati “pazienti di Boston”) , due uomini curati presso l’ospedale americano, hanno interrotto le terapie farmacologiche dopo esser stati sottoposti ad un trapianto di cellule staminali per curare il linfoma.

I ricercatori frenano però l’entusiasmo: è ancora troppo presto per dire che i due pazienti siano guariti per sempre. Uno dei due, infatti, ha interrotto il trattamento antiretrovirale da 15 settimane mentre l’altro solo da 7 settimane.

Già nel luglio 2012 il dottor Henrich, che lavora anche presso l’Harvard Medical School, aveva riferito che i due avevano livelli non rilevabili di Hiv nel sangue dopo il trattamento con le cellule staminali. Tuttavia lo scorso anno i due uomini stavano ancora assumendo farmaci antiretrovirali e la notizia passò in sordina.

Dopo "il paziente di Berlino" ora "i pazienti di Boston" gettano nuove ipotesi sulla cura dell'AIDS

Dopo “il paziente di Berlino” ora “i pazienti di Boston” aprono nuove prospettive per la cura dell’AIDS

La scoperta dei ricercatori di Boston ricorda il caso di Timothy Ray Brown, conosciuto come il “paziente di Berlino”. Brown è stata la prima persona al mondo ad essere guarita dall’Hiv dopo aver ricevuto un trapianto di midollo osseo nel 2007. Vi sono però differenze importanti tra le due storie: il medico di Brown utilizzò cellule staminali da un donatore con una mutazione genetica rara, nota come CCR5 delta 32, che rende le persone resistenti al virus Hiv. Ai due pazienti di Boston, invece, sono state trapiantate cellule che non avevano questa mutazione.

I casi di Boston potrebbero aprire nuove strade per la lotta contro l’Hiv, virus che oggi colpisce 34 milioni di persone in tutto il mondo. Kevin Robert Frost, direttore generale della Fondazione per la ricerca sull’AIDS e finanziatore dello studio, ha dichiarato che questa scoperta “significa che l’Hiv non è più una condanna a morte”. Tuttavia la terapia con le cellule staminali non sembra poter diventare un trattamento per tutti i malati a causa degli alti costi che comporta.
I medici: “Troppo presto per parlare di cura definitiva”
Comunque si tratta di un nuovo passo avanti nella lotta all’Aids. Altri due pazienti con virus Hiv dopo un trapianto di midollo osseo non hanno più avuto bisogno dei farmaci antiretrovirali e la malattia sembra ‘sparita’ dal loro sangue. “Uno dei pazienti ha trascorso già quasi quattro mesi senza prendere farmaci – affermano i medici – e senza alcun segno del ritorno del virus”. Il team avverte però che “è troppo presto per parlare di una cura definitiva, in quanto il virus potrebbe tornare in qualsiasi momento”.

Un attivista per la lotta contro l'AIDS accende  un gruppo di candele disposte a forma di  nastro rosso durante una manifestazione che segna la Giornata Mondiale Aids a Manila il 1 dicembre 2012. La discriminazione contro gli omosessuali e le persone con infezione da HIV sta contribuendo alla rapida ascesa della malattia ancora considerata incurabile nelle Filippine

Un attivista per la lotta contro l’AIDS accende un gruppo di candele disposte a forma di nastro rosso durante una manifestazione che segna la Giornata Mondiale Aids a Manila il 1 dicembre 2012. La discriminazione contro gli omosessuali e le persone con infezione da HIV sta contribuendo alla rapida ascesa della malattia ancora considerata incurabile nelle Filippine

I due uomini, la cui identità non è stata ancora rivelata, come abbiamo già detto, lottavano contro il virus da circa 30 anni. Entrambi hanno sviluppato un linfoma che ha richiesto un trapianto di midollo. Dopo il trapianto (di staminali), in un caso non è stata rilevata più traccia dell’Hiv nel sangue per due anni, mentre nell’altro paziente sono passati già 4 anni. Tutti e due non prendono più farmaci antiretrovirali (necessari per la cura anti Hiv) dall’inizio di quest’anno, uno da 4 mesi circa e l’altro da 7 settimane. Secondo Kevin Frost, capo Fondazione per la ricerca sull’Aids, “questi risultati forniscono chiaramente nuove importanti informazioni che potrebbero anche modificare le attuali considerazioni sul virus e sulla terapia genica. Anche se il trapianto di cellule staminali non è una valida opzione per le persone con Hiv su vasta scala – aggiunge – a causa dei costi e della complessità, questi nuovi casi potrebbero aiutare a sviluppare nuovi approcci per il trattamento anti Hiv”.
Sotto vi riproponiamo il video della International Aids Society Conference a Kuala Lumpur ieri mattina mercoledì 3 Luglio 2013 in Malesia: Le ultime notizie dei “pazienti di Boston” iniziano al minuto 14.04 del filmato tratto dalla conferenza (la traduzione in italiano è disponibile nei sottotitoli).