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Aggiunto da il 2015-04-22

Mentre da oltre oceano arriva la disponibilità degli Stati Uniti ad aiutare l’Europa e la solidarietà all’Italia, che anche secondo l’amministrazione Obama non può essere lasciata sola ad affrontare l’emergenza migranti, la Ue ha convocato per questo giovedì un vertice straordinario per arrivare a definire un intervento comune sulla base di un piano d’azione redatto in 10 punti da una specifica Commissione e già approvato a Lussemburgo dai ministri degli Esteri e degli Interni dei Paesi membri.
Le linee-guida della Ue
Come del resto invocato dal premier Matteo Renzi, secondo il suddetto piano i primi obiettivi della Ue devono essere lo sviluppo di un nuovo programma per il rimpatrio “dai Paesi in prima linea” come l’Italia dei migranti irregolari che non hanno diritto all’asilo e la messa in atto di un “sistematico sforzo per sequestrare e distruggere le barche dei contrabbandieri” di esseri umani, definiti sempre da Renzi gli “schiavisti del XXI secolo”. In particolare, contro i trafficanti di uomini viene ipotizzato un modello simile a quello dell’operazione Atalanta, quando le navi militari della Ue andarono in missione anti-pirateria nel Corno d’Africa, attivandosi per avere il necessario mandato dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Le divergenze economiche
A dispetto di ciò, il rafforzamento delle risorse economiche per sostenere Frontex e l’operazione Triton pare però ancora troppo esiguo: nell’ultima bozza circolata si parlava infatti di un semplice raddoppio, cifra lontana dal “cambio di ordine di grandezza” chiesto dal ministro Gentiloni.
Nella guerra ai trafficanti sono poi previste anche operazioni di intelligence così come l’idea di inviare nei paesi chiave “Ufficiali di collegamento per l’immigrazione”, in pratica degli 007 dei flussi migratori, con l’obbligo però per gli Stati di “assicurare” la raccolta delle impronte digitali, punto questo su cui l’Italia è già stata più volte richiamata dall’Unione Europea. Inoltre, il piano invita a “considerare” due diverse opzioni per l’accoglienza dei profughi richiedenti asilo: da una parte un “meccanismo di emergenza”, dall’altra un nuovo “progetto pilota” per ridistribuire tra gli Stati membri “quote” di persone bisognose di protezione, anche se sempre su base volontaria vista l’opposizione di molti Paesi dell’Est.
Il piano del Governo in 5 punti
Sempre domani giovedì 23 aprile 2015, l’Italia presenterà invece un piano in cinque punti: il primo prevede un rafforzamento consistente sul piano finanziario dell’operazione Frontex-Triton, più di quanto ipotizzato dalla Commissione Ue; il secondo chiede un irrobustimento dell’azione di polizia – con un contributo di tutti i Paesi dell’Unione – per combattere i trafficanti di esseri umani, ricorrendo anche a mezzi come i droni spia; il terzo punto pensa alla creazione di centri di raccolta in loco, nei Paesi da cui i migranti partono, per creare una sorta di corridoio umanitario per chi fugge da guerre e povertà; il quarto chiede di modificare le regole di “Dublino 3″, che prevedono che i richiedenti asilo siano registrati nel Paese di primo approdo, a prescindere da quello in cui sono diretti; il quinto punto, infine, sollecita – escludendo l’intervento militare – un’azione per risolvere sul piano politico la questione della Libia.
L’esortazione del presidente Mattarella
Anche se non mancano le divergenze, sono tanti gli elementi in comune tra il programma in 10 punti presentato dal commissario Ue all’Immigrazione e quello in 5 del nostro Governo. L’obiettivo è quello di arrivare giovedì a una concreta e da subito operativa azione comunitaria, come richiesto dallo stesso Sergio Mattarella: “Occorre un’iniziativa umanitaria, straordinaria, che coinvolga, oltre all’Ue, gli organismi internazionali e le agenzie dell’Onu per politiche che affrontino l’emergenza sin dai Paesi di origine”, sono state le parole del nostro presidente della Repubblica, che oggi presiederà il Consiglio di difesa.