Print Friendly, PDF & Email
Print Friendly, PDF & Email

Aggiunto da il 2021-01-23

LO SPOT SUL VACCINO DI TORNATORE

BASTA PRENDERCI PER IL C… ADESSO CI SI METTE ANCHE TORNATORE

by news

Published January 18, 2021

“LA STANZA DEGLI ABBRACCI” O “LA SALA DELLE AGITATE”??

SIAMO STANCHI DI SLOGAN… IL FIORE? MA DI CHE?

Forse molti idioti non ci arrivano a capire…spero che si sbrighino con il vaccino così si renderanno conto sulla propria pelle. Chi si vaccina contro il covid è un imbecille di proporzioni abnormi… inocularsi un farmaco sperimentale dagli effetti ignoti pensando di tutelarsi da un’influenza con mortalità pari allo zero virgola. Nemmeno per un anziano il gioco vale la candela! Il noto regista che si presta a questo gioco è peggio di chi lo ha assoldato per tale compito: non ci si rende conto dello squallore dell’abbraccio con il telo trasparente plastificato in pvc cristal… Un vero orrore per chi si fa promotore di sentimenti cosiddetti “restiamo umani”.

Niente è peggio di questo video, supera pure lo spot terroristico della Regione Umbria. Una vera caduta di stile per Tornatore ridotto a fare lo spot ad un vaccino ancora in fase sperimentale e di cui non si conoscono ancora tanto l’effettiva efficacia (fonti ufficiali Aifa) quanto le reazioni avverse a breve, medio e lungo termine.

Miserevolmente distopico anche lo spunto utilizzato per il titolo: “La stanza degli abbracci”

LA SALA DELLE AGITATE - INTERNO DI UN MANICOMIO di Telemaco Signorini

LA SALA DELLE AGITATE – INTERNO DI UN MANICOMIO di Telemaco Signorini

Merita di essere rinominato  “La stanza delle agitate” in memoria del pittore Telemaco Signorini.  Nel 1863 Telemaco Signorini, artista di spicco del gruppo dei Macchiaioli, riproduce un interno del manicomio di San Bonifazio a Firenze nel dipinto “La sala delle agitate”. Signorini aspetta alcuni anni prima di mostrare in pubblico questo dipinto e quando lo fa, nel 1869 alla Promotrice fiorentina (Società costituitasi a Firenze nel 1843 per sostenere gli artisti e le loro opere, decisiva per divulgare in Italia le opere dei macchiaioli), il quadro suscita, per il suo crudo realismo, clamore e diviene subito oggetto di scandalo.