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Aggiunto da il 2014-09-24

Una missione spaziale indiana a basso costo, ha raggiunto oggi l’orbita di Marte.
L’India è diventata la prima nazione a raggiungere Marte al suo tentativo inaugurale dopo la sua Mars Orbiter Mission con il completamento del suo viaggio di 10 mesi e con il successo dell’entrata nell’orbita del Pianeta Rosso.

Indian Space Research Organization (ISRO),  gli scienziati e gli ingegneri controllano i movimenti  della sonda indiana in orbita su Marte al loro Spacecraft Control Center nella città meridionale indiana di Bangalore

Indian Space Research Organization (ISRO), gli scienziati e gli ingegneri controllano i movimenti  della sonda indiana in orbita su Marte al loro Spacecraft Control Center nella città meridionale indiana di Bangalore

Il Drone senza pilota della “The Space Research Organization” indiana, chiamato anche Mangalyaan, è stato programmato dagli ingegneri indiani per accendere il suo motore principale e otto propulsori più piccoli per 24 minuti, a partire dalle ore 01.47 GMT(ora del meridiano di Greenwich), al fine di effettuare le manovre finali del veicolo spaziale in orbita su Marte.
La sonda ha eseguito la sequenza di arrivo autonomamente con gli ingegneri che ricevevano la telemetria della sonda con 12 minuti e mezzo di ritardo al centro di controllo di ISRO a Bangalore a causa dei 139 milioni di miglia che separano la Terra e Marte.
“Oggi un altro pezzo di storia è stato creato”, ha dichiarato il primo ministro indiano Narendra Modi. “Abbiamo osato raggiungere l’ignoto ed abbiamo ottenuto il quasi impossibile. Mi congratulo con tutti gli scienziati ISRO così come con tutti i miei colleghi indiani in questa occasione storica. ”

In orbita, la sonda Mangalyaan è stata impostata per studiare la superficie di Marte e scansionare la sua atmosfera per scoprire eventuali prove di un qualche tipo di vita. La sonda, è previsto che rimanga nell’orbita di Marte per sei mesi, a circa 500 chilometri (310 miglia) dalla sua superficie. I suoi cinque strumenti scientifici raccoglieranno i dati e provvederanno a trasmetterli di nuovo terra.

Il Mangalyaan è dotato di una telecamera a colori, uno spettrometro infrarosso termico per misurare la composizione chimica della superficie, e strumenti per valutare l’atmosfera di Marte, compreso un rilevatore di metano.

E’ più leggero del ‘Gravity’: Per questo il mondo dovrebbe prendere atto della missione su Marte dell’India.

Padre e figlio guardano le informazioni relative alla missione sul pianeta Marte su di un manifesto esposto a Nehru Planetarium in anteprima speciale della missione inaugurale su Marte dell'Orbiter Mission indiana, a Bangalore il 23 settembre 2014

Padre e figlio guardano le informazioni relative alla missione sul pianeta Marte su di un manifesto esposto a Nehru Planetarium in anteprima speciale della missione inaugurale su Marte dell’Orbiter Mission indiana, a Bangalore il 23 settembre 2014

L’Orbiter Mission Mars, offre un’alternativa a basso costo con i suoi 74 milioni dollari di costo del progetto, è decollato dalla Terra il 5 novembre 2013, a bordo del razzo indiano Polar Satellite Launch Vehicle. Nella sua fase iniziale, il razzo ha collocato la sonda nell’orbita terrestre prima che iniziassero autonomamente, con  il loro lavoro di accensione e spinta, i motori propri della sonda a liberarsi della gravità terrestre ed a mettersi in rotta verso Marte.

Questa è la prima missione dell’India di rilevanza in tale spazio profondo ed alla ricerca di prove di vita sul Pianeta Rosso. Ma l’obiettivo primario della missione è tecnologico – in caso di successo, il Paese si unirà al club elitario dei paesi più avanti nella ricerca spaziale: Stati Uniti, Russia ed Europa.

La sonda americana MAVEN è entrata due giorni prima del Mangalyaan indiano nell’orbita di Marte (la sonda NASA era in orbita già il 22 settembre scorso) sebbene lanciata dalla terra 13 giorni dopo (fu lanciata il 18 novembre 2013 dalla Force Station di Cape Canaveral in Florida) rispetto al Mangalyaan indiano che è stato lanciato invece il 5 novembre 2013. La sonda MAVEN è costata alla NASA quasi dieci volte di più rispetto alla indiana Mangalyaan, che per questo è senza dubbio una delle prime missioni considerate a bassissimo costo ed a più alta sostenibilità per la futura esplorazione dello spazio.