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Aggiunto da il 2016-03-16

LONDRA, oggi 16 marzo 2016 – Accordo tra la Borsa di Francoforte e la Borsa di Londra per una fusione quasi alla pari. Gli azionisti del London Stock Exchange avranno circa il 45,6% del nuovo gruppo mentre quelli di Deutsche Borse circa il 54,4%. La nuova società manterrà le sue sedi a Londra e Francoforte ed il presidente molto probabilmente sarà Donald Brydon, l’amministratore delegato, già di Deutsche Boerse, sarà Carsten Kengeter, mentre l’attuale ad di Lse, Xavier Rolet, lascerà il gruppo.

Nel gruppo Lse hanno recitato fino a qualche anno fa un ruolo importante le banche italiane, che avevano ceduto Piazza Affari agli inglesi ma erano rimasti soci importanti nel capitale. Da tempo, però, non è più così con gli investitori italiani che si sono ridotti al lumicino per far posto ad altri investitori: ad oggi, il principale azionista di Lse (gruppo che controlla Piazza Affari) è il Qatar.

Qualche tempo fa, alla prospettata ipotesi di fusione delle due maggiori borse mondiali (Nyse e Deutsche Borse) si gridava alla costituzione di un vero e proprio monopolio, ma l’opzione tutta europea (Lse e Deutsche Borse) alla fine è risultata quella vincente. Un segnale, diranno alcuni, in vista del referendum di fine giugno sulla permanenza o meno della Gran Bretagna nel Vecchio continente. I due ceo ne hanno parlato: il Brexit non cambierebbe nulla nei termini della fusione. I due top manager non hanno escluso però la possibilità, se si dovesse veramente arrivare a una Brexit, di modifiche regolamentari. Per le condizioni applicate alla fusione non è prevista la possibilità di un’ulteriore trattativa post-Brexit.

1 febbraio 2012, la UE: no alla fusione tra le borse di New York e Francoforte

Pubblicato su YouTube il 01 febbraio 2012

Questo è quanto dichiarava la Commissione europea quattro anni fa: “La borsa di New York e quella di Francoforte non possono unirsi, perché creerebbero un monopolio.” La Commissione europea bocciava così i piani di fusione tra Nyse e Deutsche Borse, le due più grandi piazze finanziarie di scambio di derivati europei e non. Più che evidente l’inversione di rotta attuata con le ultime decisioni in merito, per la fusione di una piazza tutta europea.