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Aggiunto da il 2015-02-06

6 febbraio 2015 – Nel Video: Bombe dei caccia giordani contro lo Stato islamico
La Giordania ha sferrato raid aerei contro postazioni dello Stato islamico dopo la barbara esecuzione da parte delle milizie jihadiste del suo pilota, Muad Kasasbeah, arso vivo e ripreso in un video sconvolgente. Dopo la divulgazione di quelle immagini, Amman aveva promesso una dura reazione, l’ISIS avrebbe pagato un caro prezzo quella barbarie: “ogni capello del pilota scomparso”.

Kayla Jean Mueller

Kayla Jean Mueller


ANSA) – ROMA, 6 FEB – L’Isis annuncia la morte della donna ostaggio americana, la cooperante Kayla Jean Mueller, in un raid aereo giordano. Lo riferisce su Twitter la direttrice del Site Rita Katz. L’Isis riferisce che la donna “è rimasta uccisa quando un aereo giordano ha colpito l’edificio dove si trovava nel governatorato di Raqqa, in Siria”, scrive il Site, il sito di monitoraggio del jihadismo sul web. La volontaria americana Kayla Jean Mueller, 26enne, era stata rapita in Siria nel 2013 finendo nelle mani degli jihadisti dell’Isis. I miliziani sunniti hanno annunciato – inserendo un elemento di possibile propaganda – che la giovane e’ stata uccisa in uno dei raid aerei su Raqqa, – capitale del Califfato – lanciati dalla Giordania nelle ultime 48 ore, in rappresaglia per l’esecuzione del pilota Muad Kasasbeh, arso vivo dagli jihadisti. Una bomba avrebbe, secondo l’Isis, centrato l’edifico dove era custodita.
Il messaggio dei miliziani e’ stato reso noto su Twitter da Rita Katz, direttrice di Site, il sito che monitora le comunicazioni dei terroristi sul web. Per l’ostaggio americano gli jihadisti dello Stato islamico avevano chiesto nell’agosto scorso un riscatto di 6,6 milioni di dollari. Per il Pentagono al momento “non ci sono prove” che la cooperante sia morta. Marie Harf, vice-portavoce del dipartimento di Stato ha detto di non essere in grado di confermare la notizia.

Quarto ostaggio americano

Kayla Jean Mueller, 26 anni, era stata rapita in Siria nel 2013 mentre lavorava come volontaria all’ospedale di Aleppo (in un’intervista al quotidiano della sua città, Prescott, in Arizona, raccontava: «Non lascerò che la sofferenza dei siriani sia considerata normale») e potrebbe ora essere stata utilizzata come scudo umano. Era l’ultimo ostaggio americano nelle mani dell’Isis, e per lei era stato chiesto un riscatto da 6,6 milioni di dollari. Le autorità americane non avevano mai rivelato il suo nome. Se la sua morte venisse confermata si tratterebbe del quarto cittadino americano morto mentre era prigioniero dell’Isis dopo gli assassinati James Foley (il primo decapitato il 19 agosto scorso) seguito da Steven Sotloff e Peter Kassig.

Kayla Jean Mueller, l’americana ostaggio di Isis uccisa in Siria, in queste immagini aderisce a un sit-in in video per denunciare la situazione in Siria: