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Aggiunto da il 2016-04-08

Si chiama MOHAMED ABRINI. E’ lui l’uomo con il cappello?

Bruxelles, 8 Aprile 2016 – L’annuncio dell’emittente fiamminga Vrt non è stato ancora confermato dagli inquirenti. Secondo le prime informazioni, la polizia avrebbe arrestato due persone, tra cui Mohamed Abrini, l’uomo che ha partecipato insieme a Salah Abdeslam agli attentati di Parigi e che, stando a quanto scrive la stessa Vrt, avrebbe partecipato anche agli attentati di Bruxelles. Sarebbe infatti lui l’uomo col cappello che ha accompagnato i due kamikaze all’aeroporto di Zaventem per poi tornare in città a piedi e far sparire le proprie tracce. Stando sempre alle prime sommarie informazioni, Abrini sarebbe stato intercettato a bordo della stessa Renault Clio utilizzata per gli attentati di Parigi.

(Video Agenzia VISTA)

Mohamed Abrini in alcune foto segnaletiche della polizia belga

Mohamed Abrini in alcune foto segnaletiche della polizia belga

Mohamed Abrini, belga, 31 anni, ricercato in relazione con gli attacchi terroristici di novembre a Parigi, è stato arrestato in Belgio, secondo la emittente pubblica VRT. Era nella lista dei ricercati in Europa da quando era stato identificato in un video a circuito chiuso in un’auto con Salah al-Abdeslam. Abdeslamer era stato arrestato a Bruxelles due settimane fa, quattro giorni prima degli attentati di attentatori suicidi dell’Isis in città. Abrini potrebbe essere “l’uomo con il cappello” ricercato dopo gli attentati del 22 marzo a Bruxelles. Un altro uomo è stato arrestato.
Sembra, secondo quanto riferisce la tv Rtbf, che sia stato ugualmente lui ad acquistare nel centralissimo centro commerciale City2 di Bruxelles anche le valigie usate per gli attentati di Bruxelles. La sera del 13 novembre Abrini era con Abdeslam alla guida della Renault Clio poi usata per gli attacchi nella capitale francese.
Abrini, 31 anni, franco-marocchino, era rimasto l’ultimo del commando degli attentati del 13 novembre a Parigi a sfuggire alla polizia. Ed è anche l’uomo più misterioso, quello apparso ovunque – dalla Siria, a Parigi, a Bruxelles – e subito dopo svanito nel nulla.

Chi è l'uomo col cappello?

Chi è l’uomo col cappello?

Fra gli interrogativi che pesano su questo complice e amico fidato di Salah Abdeslam, c’è quello della sua partecipazione diretta agli attentati di Parigi a novembre il mese nel quale Abrini si sarebbe dovuto sposare. A Molenbeek, dove vive da ragazzino, è per tutti “Brioche”, il garzone della boulangerie adesso fallita. Altri lo ricordano ladruncolo e scippatore che ha fatto il salto di qualità dopo un colpo da 200.000 euro. Nel mandato d’arresto, dopo i furti, i danneggiamenti, la detenzione di stupefacenti, figura ora l’accusa di complicità in preparazione degli attentati del 13 novembre. E c’è la segnalazione di un viaggio in Siria nel giugno scorso, durante il quale non si sa bene cosa abbia fatto, forse un percorso sulle tracce del fratello Souleymane, morto da jihadista. Le segnalazioni assomigliano a un rompicapo, un puzzle finora irrisolto: il 10 novembre viene localizzato insieme con Brahim, fratello di Salah, che tre giorni dopo si farà esplodere al bistrot Voltaire, nella Clio che dopo gli attentati sarà ritrovata nel 18/o arrondissement di Parigi, dove era in programma un’azione mai portata a termine. Il 10, i due erano in missione per reperire due covi, uno a Bobigny dove avrebbe dovuto alloggiare il commando dei kamikaze dello Stade de France. Ma, arrivati sul posto, i due non hanno né documenti né carta di credito, e rinunciano. Abrini ci riprova il giorno dopo, arrivando da Bruxelles stavolta al fianco di Salah, direzione Alfortville, banlieue di Parigi dove affittano gli “studio” dove andranno ad alloggiare gli uomini del Bataclan. Sul percorso, vengono immortalati dalla telecamera di una stazione di servizio. Il giorno dopo, alla vigilia degli attentati, è in una delle tre auto del convoglio che porta i terroristi a Parigi. La famiglia, però, ha testimoniato che il 13, giorno delle stragi, Mohamed Abrini si trovava a Bruxelles, dove aveva appuntamento per firmare il contratto dell’appartamento dove sarebbe dovuto andare ad abitare con la futura moglie. Un matrimonio che non c’è mai stato, ed un sospetto che da allora ha fatto perdere le sue tracce…fino all’arresto di oggi: